MILANO, ANCORA VIOLENZE NEL CARCERE MINORILE BECCARIA: PER IL SAPPE “LA SITUAZIONE RESTA ALLARMANTE NELL’INDIFFERENZA GENERALE” - Sappe Lombardia

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MILANO, ANCORA VIOLENZE NEL CARCERE MINORILE BECCARIA: PER IL SAPPE “LA SITUAZIONE RESTA ALLARMANTE NELL’INDIFFERENZA GENERALE”
 
11/02/2018 in MILANO I.P.M., letto  835 volte

Resta alta tensione nel carcere minorile “Beccaria” di Milano, dove negli ultimi giorni si sono verificati alcuni gravi e pericolosi eventi critici tra le sbarre. Spiega l’accaduto Alfonso Greco, Segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “La situazione al Beccaria resta allarmante. Cosa è cambiato al Beccaria con il passaggio al nuovo Padiglione?? Ben poco! Il SAPPE deve infatti denunciare l'ennesimo evento di disordine all'interno dell' istituto. Nella mattinata di sabato 10 febbraio la Polizia Penitenziaria aveva rinvenuto della sostanza stupefacente al campo: nel pomeriggio due detenuti chiedevano di scendere all' attività di Rugby, ma non essendo inseriti nell' elenco non sono scesi; ovviamente volevano andare a recuperare la sostanza. A seguito del rifiuto hanno iniziato a creare disordine, trovando solidarietà da parte degli altri ristretti che hanno peggiorato la situazione. Allontanati i due detenuti dal resto del gruppo e messi nelle celle addette all'isolamento sanitario, le uniche disponibili al momento, gli stessi hanno continuato a fare resistenza e a minacciare i poliziotti penitenziari: hanno inoltre distrutto il mobilio e staccato un water da terra. Sono dovuti intervenire anche i colleghi fuori servizio per riportare la situazione all' ordine e uno di loro ha riportato 7 giorni di prognosi. Si specifica che uno dei due ristretti, solo 4 giorni fa aveva aggredito un altro Poliziotto Penitenziario e quest'ultimo ricorso alle cure del pronto soccorso aveva riportato 10 giorni di prognosi. Erano giorni che la Polizia Penitenziaria dichiarava a Direzione e Comandante che si stava perdendo il controllo, che la mancanza di fermezza nei provvedimenti verso i minori e la confusione nell' organizzazione del nuovo padiglione avrebbero presto creato dei problemi e così è stato. Il SAPPE si chiede cos'è che ancora non funziona, chi può dirci come mai non si è riuscito a tenere gli eventi sotto controllo. nonostante la Polizia Penitenziaria lo avesse segnalato? Al minorile Beccaria di Milano non si riesce ad uscire da situazioni di incertezza e di stallo, si sta perdendo in pochissimo tempo il beneficio dato dall'arrivo dei nuovi colleghi e dal passaggio al nuovo padiglione. A dimostrazione che se non si governano i cambiamenti si replicano le dinamiche che si conoscono, per deleterie che siano, perché non si è capaci di fare altro. Il SAPPE chiede provvedimenti urgenti per questi due ristretti e per quelli che li hanno appoggiati nel creare disordini, inoltre, chiede che al più presto vengano date indicazioni chiare di cambiamento nell'organizzazione dell'istituto. Ma che sia un vero cambiamento condiviso con il personale!”. “La situazione, al Beccaria e nelle carceri della Lombardia, è sempre più tesa ed allarmante, nella indifferenza generale”, denuncia il Segretario Generale SAPPE Donato Capece. “Nei giorni scorsi abbiano riassunto il numero esponenziale degli eventi critici avvenuti nelle celle delle carceri lombarde nell’interno anno 2017: 1.523 atti di autolesionismo, 137 tentati suicidi, 1.014 colluttazioni e 148 ferimenti. I suicidi sono stati 9 mentre i detenuti deceduti per cause naturali sono stati 7. Sono state, infine, 14 le evasioni da penitenziari lombardi da permesso premio e lavoro all’esterno. E la cosa grave è che questi numeri si sono concretizzati proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le Sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della Polizia Penitenziaria”. Per il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria “lasciare le celle aperte più di 8 ore al giorno senza far fare nulla ai detenuti – lavorare, studiare, essere impegnati in una qualsiasi attività – è controproducente perché lascia i detenuti nell’apatia: non riconoscerlo vuol dire essere demagoghi ed ipocriti”. E la proposta è proprio quella di “sospendere la vigilanza dinamica: sono infatti state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili”. Critico, infine, il giudizio del SAPPE sulla riforma dell’ordinamento penitenziario all’attenzione del Parlamento: “I dati ci confermano che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni - che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria”.

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